Buie celle e sapore di menzogne

Abilità speciale - Iphigenia Elettra Malfoy

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  1. Rafiki ~ Master Hogwarts
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    Non tutti sapevano ciò che contenevano le umide mura della prigione di Azkaban.
    E forse era meglio così.
    Quello che si poteva assaporare varcando la porta principale dell'edificio erano suoni, tanti suoni diversi tra loro ma accomunati dal fatto che facevano arricciare i capelli persino ad una persona abituata a certi ambienti tetri.
    Li era diverso, li non era un gioco. Ad Azkaban entravano solo persone delle quali bisognava veramente temere, o meglio delle quali si aveva temuto mentre erano in libertà. Li dentro nessuno di questi individui aveva più la forza di ribellarsi, di reagire, sempre meno con il passare dei mesi.
    Si vocifera di tortura fisiche, mentali, di limite per la pazzia... Ma niente, niente era peggio dell'incontro, periodico, con i Dissennatori: creature senza volto e senz'anima con l'unico scopo di risucchiare quella altrui, traspirando ogni briciolo di linfa vitale che trovavano.
    Era questa la sorte peggiore per i reclusi, era questa la vera più grande sofferenza. Perdere ogni pensiero positivo, ogni immagine positiva: sì, perchè anche chi è imprigionato ad Azkaban possiede ricordi che lo rendono felice.
    Come fare, dunque, per uscirsene da quel posto? In molti avevano tentato di evadere ma solo pochi ci erano riusciti: l'ultima volta c'era stata un'evasione di massa, dovuta però ad un aiuto esterno del famigerato Lord Voldemort.
    L'unico modo era essere credibili della propria innocenza, o dimostrare di preferire cambiare vita piuttosto che rimanere dietro le sbarre di Azkaban ancora. Era difficile però riuscire in questo intento perchè erano Auror preparati quelli che interrogavano i detenuti.
    Non un'impresa semplice neanche per questi maghi: dovevano scavare nella mente dei detenuti e trovarci dentro la verità, capire se mentivano quando si dichiaravano innocenti, capire se la loro mente era ancora contorta o meno.
    Difficile si, ma non impossibile. C'erano dei metodi per entrare nella mente delle persone, il più efficace tra tutti era l'antica arte della Legilimanzia.
    Non molti maghi erano dotati di questa capacità, però era l'unico metodo per avere una certezza sui prigionieri.



    // Durante la tua giocata dovrai descrivere che sei stata chiamata ad Azkaban per interrogare un detenuto. Di lui non sai ancora niente: nome, passato, cause della sua detenzione. Ti verrà detto tutto strada facendo.
    Per il momento limitati ad arrivare ad Azkaban.
     
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    “"il suo sorriso era uno di quei rari sorrisi che capita di vedere quattro o cinque volte nella vita; pareva comprenderti e credere in te tanto quanto tu vorresti essere compreso e ispirare fiducia..”
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    Iphigenia Malfoy

    Auror, 19 anni, purosangue.


    Uscita dall'ufficio di Amethyst aveva ricevuto un segnale da un zellino rappresentante un drago con un assurdo copricapo: ancora si chiedeva del perché di quella stupida moneta, ma decise di non palesare nuovamente il suo scetticismo, o sarebbero partite infinite discussioni a riguardo.
    La situazione si stava facendo abbastanza calda e seccante: vi era del fermento nel mondo magico e la paura stava cominciando a nascere nell'animo, più nascosto delle persone. Avevano passato guerre magiche a causa di maghi oscuri infinitamente potenti, capaci di rasentare la follia e la genialità nello stesso momento, e ora adesso cosa dovevano aspettarsi?

    Passo spedito, e sicuro, la spensieratezza e la frivolezza di pochi attimi prima era svanita dinanzi a quel stupido zellino col cappello viola: aprì di scatto la porta di chi l'aveva convocata: La richiesta fu rapida, poche notizie a riguardo, Iphigenia avrebbe dovuto recarsi ad Azkaban per interrogare un prigioniero.

    Non era stata molte volte ad Azkaban, in realtà non gradiva molto quel posto ( e chi lo faceva?) ci voleva una fermezza e una forza di volontà enorme per non rimanere spiacevolmente impressionata dalla storia di quel posto e dalle urla strazianti che tutt'ora si potevano sentire all'interno della struttura . Ma Iphigenia aveva un carattere forte, sapeva controllare le proprie emozioni ma sopratutto era mossa da una forte ambizione, se lei era lì, se avevano scelto una giovane Auror diciottenne per svolgere un interrogatorio, una diciottenne con un cognome che ad Azkaban era conosciuto e non per azioni lodevoli, voleva dire che le stavano dando un occasione e lei era pronta a coglierla. Entrò nella prigione di massima sicurezza e si recò a farsi identificare . La sua figura stonava nettamente con l'oscurità di quel luogo. Indossava un cappotto bianco, che accompagnava un completo maglioncino/pantalone del medesimo colore,i lunghi capelli biondi erano stretti in uno chignon elegante e le gote così meravigliosamente rosee la facevano somigliare ad una bambina indifesa. Niente era più lontano dalla realtà!.



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  3. Rafiki ~ Master Hogwarts
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    Una volta che si entrava dalla porta principale della prigione, unica porta di tutto l'edificio, si veniva identificati con diversi metri di misura fino a che non si arrivava di fronte ad un uomo che ti accompagnava a svolgere il compito per il quale eri stato chiamato: mai si entrava ad Azkaban senza uno scopo preciso.
    Quella nuvolosa e grigia mattina sarebbe stata particolare per una giovane strega che da poco aveva concluso gli studi ad Hogwarts. Era stata arruolata tra i ranghi degli auror e le era stato assegnato un compito non del tutto piacevole.
    Forse perchè era appunto una novellina, forse perchè il cognome che portava con se non era visto di buon occhio, o semplicemente perchè la giovane stava dimostrando uno spiccato talento, era comunque stata scelta per interrogare un detenuto, capire se lo si poteva curare, se era giunto alla pazzia, se in lui rimaneva un briciolo di umanità.
    Inoltre la ragazza possedeva doti di legilimanzia, essenziali per questo tipo di mansione.
    Era giusto metterla alla prova.

    Dopo che Iphigenia superò tutti i metri di misura giunse di fronte ad un omino di bassa statura, mingherlino, con lunghi capelli corvini raccolti in una coda. Aveva il volto cupo, gli occhi stanchi, ma sempre vigili. Guardò la donna e nello stesso momento estrasse un foglio di pergamena che consegnò alla stessa.
    Si voltò e inizio a salire una lunga scalinata


    -Seguimi.-

    Disse con una voce ferma, impensabile su una persona come lui.
    Mentre camminavano, superavano diversi piani. Continuavano a salire, sempre di più. Si sentivano rumori di catene, sbattere di ferro, urla, ghigni... L'uomo era però impassibile e continuò ad avanzare fino a che non giunse davanti ad una cella: era buia, silenziosa, vuota. Solo in un angolo si vedeva un ombra rannicchiata, una figura oramai scheletrica.
    La porta della cella venne aperta e venne fatto cenno alla donna di entrarvi.


    -Il lavoro che devi svolgere lo sai, leggi il foglio per capirne qualcosa su di lui, io starò qui fuori in caso ce ne sia bisogno, spero di no per te.-

    Era tutto, ora toccava a lei.


    Nome: Viterius Bridge
    Età: 48 anni
    Data detenzione: 06/01/2016
    Causa: uccisione di sei maghi presso la sua abitazione per mezzo dell'anatema che uccide. È stato successivamente trovato in uno stato di disperazione sui corpi morti della moglie e della figlia. Si pensa che abbia ucciso anche loro sebbene lui continua a negare la sua innocenza e a ripetere che "gliele hanno portate via". Non dice altro riguardo la sua innocenza. Ammette di aver ucciso quegli uomini.
    Innocuo, non reagisce a nessun tipo di provocazione, rimane inerte senza chiedere mai nulla.


    // Ora dovrai iniziare l'interrogatorio cercando di sfruttare l'abilità di legilimanzia per trovare la verità dell'accaduta e i motivi del suo stato psico fisico.
     
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    Iphigenia Malfoy

    Auror, 19 anni, purosangue.


    La bionda mantenne per se il suo pensiero riguardo all'evidente mancanza di Veritaserum nelle scorte del ministero, certo con il Veritaserum sarebbe stato tutto più facile e sicuro, invece avevano scelto lei.
    Iphigenia superò tutti i metri di misura necessari per accadere all'interno della prigione di Azkaban, venne condotta da un uomo mingherlino nell'area riservata alle celle, la sua aria snob, composta non venne intaccata in alcun modo, ne dalla figura autoritaria dell'Auror, ne tanto meno dalla " follia dei prigionieri". Se solo si fosse fermata a riflettere, il suo pensiero sarebbe andato ad un uomo a lei molto caro che diciannove anni prima aveva soggiornato in quel luogo, cos'aveva provato, quali erano stati i suoi pensieri? Si era redento? In parte, era certa che le convinzioni di Lucius Malfoy erano rimaste le medesime: estremiste e xenofobe messe a tacere forse per timore e stanchezza. L'auror che l'accolse in principio la fece entrare all'interno di una cella, si ritrovò dinanzi ad un mago:gli occhi erano vitrei, sembrava un corpo inanimato."Non ce ne sarà bisogno"lo congedò fiduciosa. 'Phen non si lasciò prendere alla sprovvista. La mano destra era ferma sulla bacchetta che aveva deciso di estrarre dal momento in cui era rimasta sola.Non era paura, era una presa di posizione. "Le hai uccise tu, non è vero? certo che le hai uccise tu, mi domando cosa ti abbiano fatto per meritarsi una fine così crudele.." la voce della giovane Malfoy era sottile, ferrea e non ammetteva repliche " Sei solo un vile . . .non è così,Viterius? oh ma ne ho conosciuti maghi come te ...piccoli, maiali, codardi.." la sua era una voluta provocazione, non conosceva la verità ma voleva scoprirla e decise di"provocarlo" per renderlo vulnerabile alla forzatura che si sarebbe apprestata ad esercitare sulla sua mente, sapeva cosa cercare, voleva quel momento, il principio della perdita - cercava la rabbia, il dolore e la realizzazione ma voleva la concretezza, voleva vederlo levare la bacchetta sulla sua famiglia se quello era accaduto, cercò dunque il giorno.Le sue difese mentali erano alte, avrebbe saputo proteggersi a dovere se si fosse rivelato necessario.
    "LEGIMENS!"



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    Edited by Hell in high heels - 11/1/2016, 23:49
     
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  5. Rafiki ~ Master Hogwarts
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    Il detenuto era rannicchiato in un angolo della cella, il più distante possibile dalle sbarre. Se ne stava seduto li la maggior parte del tempo, a cosa fare nessuno lo sapeva con certezza.
    Farfugliava sottovoce un continuo di parole, indecifrabili ed incomprensibili. Le braccia avvolgevano le ginocchia, si chiudeva in se stesso, si isolava, e cambiava posizione solo obbligato con forza dai Dissennatori, i quali facevano si che il suo corpo si irrigidiva, si distendeva, fino a quando non finivano il loro compito.
    Avevano provato con diversi metodi per strappargli di dosso la verità, anche con pozioni come il Veritaserum. La sua forza vitale però si era lasciata andare velocemente, dallo stesso momento in cui aveva messo piede dentro la prigione. Questo rendeva difficile comprendere ciò che diceva. Era chiaro che aveva ucciso sei maghi, questo lo si era scoperto fin da subito anche grazie alle sue parole, ma non si riusciva a scavare più in la: solo leggendogli la mente sarebbe stato possibile vedere l'unica verità.

    La giovane decise di utilizzare un atteggiamento autoritario, severo, provocatorio. Sapeva come abbassare le difese di un individuo per poter entrare nella sua mente.
    Viterius, i lunghi capelli sporchi davanti al volto, sentì a malapena la cella aprirsi. Non si voltò, non guardò chi o cosa stava entrando, probabilmente erano nuovamente i Dissennatori, probabilmente erano venuti a dargli il bacio, a farla finita una volta per tutte.
    Invece sentì una voce nuova, una voce femminile, una voce che iniziò ad attaccarlo.
    Solo il riferimento lo indebolì, solo il ripensare a sua moglie e sua figlia lo resero vulnerabile, poco gli importava delle offese, delle critiche.
    Ma, inaspettatamente, venne colpito da una sensazione diversa: era come se stesse dormendo, e mentre dormiva una serie di immagini gli apparivano davanti come un film.
    Iphigenia era entrata nella sua mente, e stava scavando a tentoni nel suo passato, anche se lui non lo sapeva ancora.
    Una serie di ricordi riaffiorarono: il giorno del matrimonio con sua moglie. C'erano tante persone, tutte vestite eleganti. Erano in una spiaggia, dei lumini segnavano la strada che conduceva ad un altare costruito per l'occorrenza dove i due si stavano scambiando gli anelli. Avevano sempre sognato un matrimonio così, con il rumore del mare, il sapore di sale... Stavano per darsi il bacio, ma la scena si fece opaca, nuvolosa.
    Era in ospedale, al san Mungo: era notte. Lui seduto su una di quelle scomode panchine in una sala d'attesa, ad attendere cosa? Una donna con il camice bianco, sorridente, uscì da una porta e lo invitò ad entrarvi. All'interno c'era sua moglie, stanca, sdraiata sul lettino, con in mano un piccolo fagotto. Lui si avvicinò lentamente, finchè non vide il volto ancora unto di una neonata: sua figlia. Poche lacrime di gioia iniziarono a rigargli il volto. La scena si fece nuovamente opaca.
    Era sul vialetto di casa sua, e di fronte a lui una bambini dai lunghi capelli dorati ed un caschetto in testa era intenta a rimanere in equilibrio su una bicicletta ora senza rotelline di sostegno. Lui la guardava divertito mentre lei, leggermente spaventata provava a far girare i pedali lentamente, forse troppo lentamente siccome la bicicletta non rimase sollevata e crollò di lato facendo cadere anche la bambina che si sbucciò la caviglia. Iniziò a piangere e liberatasi corse dal padre che era già pronto, tra una risata e l'altra, e disinfettarla e metterle un cerotto...
    In quel momento tutto divenne ancora più cupo ed Iphigenia sentì un urlo, la mente era stata oscurata, si ritrovò di fronte all'uomo di nuovo nella cella. Lui aveva la faccia spaventata, la guardava con due occhi immensi, pieni di paura.


    -No, non farmi questo, ti prego, non posso sopportarlo! Non farmi vedere questo!-



    // Devi cercare di arrivare al giorno fatidico. Ora lui cercherà di fare resistenza.
     
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    Iphigenia Malfoy

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    Non aveva il minimo dubbio riguardo al primo risultato:sarebbe riuscita ad intaccare la sua mente, avrebbe agito indisturbata cogliendo informazioni a loro utili-era il suo compito.
    Era giunta lì dove desiderava, aveva attraversato i ricordi di una vita felice, arrivando a quello che identificò, ancor prima di riuscire a scrutarlo, il peggior ricordo della sua vita.Quel mago era riuscito ad estrometterla, la bionda barcollò, fece un passo indietro, tuttavia rimase ben attenta a non scomporsi, era sorpresa e non poteva certo negarlo.
    " Cosa si prova ad aver tradito la fiducia della propria bambina? La sua piccola si fidava di lei Viterius eppure non ha esitato ad eliminarla, è questo che devo pensare? Ha guardato l'ultimo alito di vita lasciare il suo corpo di bambina, mentre sua moglie, Viterius, cercava di proteggerla?" chiese la bionda,si era fatta un idea di com'era andata e nella sua personale visione Viterius era innocente. Non perchè provasse in qualche modo pietà di lui ma perchè sembrava aver assistito impotente alla morte della sua famiglia - comunque le sue interpretazioni prive di fatti oggettivi rimanevano pure e semplici interpretazioni, inutili ." Mi rendo conto che non hai più niente da perdere: Se si tagliano le radici di un albero, prima o poi cade .." Imperiosa la giovane Malfoy, altera e a tratti senza scrupoli. Non era cattiva, non aveva più angoli oscuri di qualunque altro essere normale tuttavia non si poneva troppi problemi a mostrarsi senza scrupoli o attenzioni così come invece il suo aspetto delicato e signorile suggeriva.
    " In un impeto di follia ha ucciso quegli uomini, è entrato in casa e ha sfogato la sua ira su sua moglie e sua figlia, la maledizione avada kedavra è l'ultimo incantesimo che ha rivolto loro?" non si aspettava che il mago si sbilanciasse verbalmente più di tanto, si aspettava tuttavia di portarlo ad abbassare le difese, si aspettava di rendere accessibile quel ricordo
    "Legimens " puntò la bacchetta nuovamente su di lui, senza preavviso - questa volta non si sarebbe lasciata bluffare dal mago, sarebbe arrivata infondo.




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    Forse la storia non era propriamente come Iphigenia si era immaginata all'inizio, forse quel detenuto era molto più umano di quanto si potesse pensare ritrovandolo in mezzo a otto corpi morti, forse...
    La sua mente era stata indebolita da troppe intrusioni mal fatte: inesperti legilimanti che volevano leggere più di quanto fosse nelle loro capacità, Dissennatori che distruggevano tutto ciò che di umano potesse esserci, dipendenti del Ministero che, per trovare una verità, avere tentato di estrapolare con torture e pozioni inutili.
    Era una mente ormai debole, ormai facilmente penetrabile. Una mente che ora, però, per quel che poteva, stava cercando di resistere nel farsi intromettere.
    Viterius sapeva che non sarebbe sopravvissuto ancora a lungo se fosse rimasto lì dentro, non volevo perciò vivere i suoi ultimi attimi con le scene nelle quali era stato felice, scene che non avrebbe mai più rivisto. Era troppo


    -Non le ho uccise io, me le hanno portate via...-

    Ancora quella frase, detta d'un fiato, sotto voce.
    Tutto questo non riuscì a evitare che Iphigenia riuscisse a leggergli la mente, l'uomo non riusciva ad opporsi.

    Era una fredda ma luminosa giornata di Gennaio. Il sole brillava alto, anche se il vento pungeva sugli occhi, provocando lacrime che rigavano il volto. Viterius stava tornando a casa a piedi dal Ministero della Magia: era infatti un dipendente addetto ai brevetti dei mezzi di trasporto. In pratica doveva valutare se un oggetto magico fosse o meno possibile da utilizzare in sicurezza da maghi come mezzo di trasporto. Un lavoro che lo impegnava e lo soddisfaceva. Era un uomo pacato. Viveva in tranquillità con sua moglie e sua figlia in un piccolo sobborgo di Londra.
    Mentre stava aprendo la porta d'ingresso sentì delle voci, nervose, di uomini dentro l'abitazione. D'istinto estrasse la bacchetta ed entrò.
    Un gruppo di giovani maghi era sparpagliato per la casa, stavano distruggendo qualsiasi cosa capitasse loro sotto mano. Viterius riconobbe immediatamente uno dei maghi: era un ragazzo magro, alto, con i capelli ramati e il naso leggermente all'in su. Pochi giorni prima quello stesso giovane si era presentato in ufficio da lui con un'assurda idea per utilizzare un oggetto babbano come mezzo di trasporto. L'uomo gliel'aveva cestinata subito dopo, aveva fatto il suo lavoro. Il ragazzo se n'era andato stizzito.
    La scena tornò sulla casa: il mago si rivolse a Viterius, con un sorriso strano


    -Ma buongiorno, lo sa che mi ha rovinato la vita l'altro giorno vero? Lo sa che non doveva rifiutarsi di approvare il mio brevetto?!-

    -Era un'idea insensata, stupida. Ho solamente svolto il mio lavoro-

    Tentò di parlare chiaramente ma in modo il più possibile pacato Viterius. Notò infatti che tutti e sei avevano in mano la bacchetta ed erano ora rivolti verso di lui.

    -Non mi prenda in giro!-

    Urlò il giovane buttando a terra un vaso che aveva in mano da quando l'uomo era entrato in casa. I suoi occhi erano lucidi, vividi, contornati di rossi.

    -Quel brevetto mi serviva! Mi ha rovinato la vita, così io l'ho rovinata a lei!-

    Sogghignò in conclusione il giovane.
    Un sorriso freddo, insensato, strano. Un sorriso che fece salire i brividi lungo la schiena a Viterius che, solo in quel momento, vide una lunga ombra dietro al gruppo. Si scostò leggermente e vide una chioma di capelli distesi a terra.
    Iniziò a camminare ma venne bloccato da uno dei giovani che lo spinse indietro. Ci ritentò e un altro dei sei si spostò per bloccarlo: fu in quel momento che venne scoperto lo scenario che stavano coprendo: i corpi senza vita di sua moglie e sua figlia, accasciati a terra. Il giovane seguì lo sguardo di Viterius per poi rivolgersi nuovamente a lui


    -Te l'ho detto, non dovevi rifiutare di brevett...-

    Non riuscì a concludere. Viterius alzò la bacchetta e con una rapidità disarmante la fece passare da un mago all'altro, scagliando raggi verdi che si disperdevano sui corpi di ognuno dei sei.
    Caddero tutti, nel giro di pochi secondi, caddero e non si mossero più. Il giovane aveva ancora impresso quel malefico sorriso.
    Cadde anche Viterius, una volta che raggiunse i corpi delle persone che amava. Cadde finchè non venne portato via per venire incarcerato con l'accusa di pluriomicidio.

    La scena divenne buia, e in quel momento Iphigenia si ritrovò nuovamente nella prigione, con davanti l'uomo che ora stava piangendo, piegato su se stesso


    -Me le hanno portate via!-



    // Siamo alla conclusione. Ora sai la verità, procedi come credi tu debba fare
     
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    La situazione stava diventando chiara agli occhi dell'auror . Se prima aveva solo il sentore, poteva formulare delle ipotesi adesso invece poteva affermare con certezza che Viterius era innocente, la scena che le si parò dinanzi era chiara quanto atroce. Aveva le prove della sua innocenza, aveva scrutato la sua mente e aveva visto, non vi erano dubbi, in alcun modo era stata imbrogliata . Quando il contatto con Viterius fu interrotto si fermò per qualche istante a fissarlo, avrebbe potuto mostrarsi comprensiva o commossa dalla visione di quest'uomo distrutto ma lei non era quel tipo di donna. Non era romantica, nascondeva la sua sensibilità ed era certa che mostrarsi tale avrebbe significato essere meno professionale oltre che del tutto inappropriato. " Non posso ridarti tua moglie e tua figlia . . ma posso farti uscire da questo posto " davvero non capiva il motivo di tanta reticenza da parte di quell'uomo, lo shock lo aveva bloccato a tal punto?
    Non diede le spalle al prigioniero, fece un passo indietro verso le sbarre " Fammi uscire,ho quello che ci serve !" Cercò l'attenzione del collega auror, la sua voce era come sempre ferma e decisa, così rimase in attesa.



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    Ormai aveva la verità, era riuscita a scavare tra i ricordi dell'uomo e ne aveva estratto quell'attimo, quella situazione che avrebbe potuto salvargli la vita, ma forse non più l'esistenza ormai.
    Però questo non spettava a lei, era compito dei medici del san Mungo recuperare una mente deviata dal dolore.
    Iphigenia aveva fatto il suo dovere, in modo rapido ed efficace.
    Poteva quindi consegnare il rapporto all'auror che da fuori aveva assistito silenziosamente alla scena, dopo di che poteva prendersi una giornata di riposo.




    // Abilità acquisita!
    Complimenti, ottimo lavoro.
    Aggiungi in scheda e inoltre guadagni 5 punti esperienza! Ti rimando a questo LINK per capire il funzionamento dell'esperienza.
    Buon game;)
     
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