Perché tu ci sarai sempre;

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    I piedi affondano nella neve che si sta sciogliendo, nevica sempre li, gli occhi si posano sopra l'edificio della Stamberga Strillante, un velo malinconico passa negli occhi di lei, e il mondo rallenta.
    La foto di sua madre la porta al collo,anche adesso, dentro un ciondolo doro vecchio, un tempo appartenuto a lei. Solleva le dita, delicata lo sfiora e sospira, come se quel gesto può portare via quella pesante e pressante mancanza che attanaglia il suo cuore.
    Scuote il capo, i capelli sciolti e corti ondeggiano, non sono legati, quando non lavora sembra solo una ragazza di diciannove anni, tal volta anche più fragile.
    Ma è solo una questione di apparenza e lo sappiamo bene, una Rosier non è debole, mai. Questo sua nonna le insegna, questo lei ricorda, come un punto fisso nel tempo, nella sua storia.
    Abbassa gli occhi, fissa la neve e poi spinge il proprio corpo ad avanzare, ricorda altro, ricorda i giorni in cui lei e Rey correvano li, i sabati tra di loro, le ore di studio perse, quel primo bacio, poi il nulla...ogni cosa nella sua vita per lei era un sacrificio, uno di quelli il cui prezzo è caro, fa male, ma va avanti, sempre.
    Deglutisce, la gola è secca, il freddo scivola sulla pelle e la rende marmorea, già pallida di suo, le iridi sembrano di un nero scuro e denso, gli occhi di suo padre, è turbata e il suo sentimento oscura quei colori chiari cosi puri in altri tetri e cupi.
    Respira, un passo dopo l'altro.
    Guarda avanti, non pensa, non deve farlo e cosi lentamente il cuore acquista di nuovo il controllo e cosi ogni cosa torna al suo posto, anche il colore naturale delle sue iridi.
    L'ambra dentro di loro si fonde con l'ametista, brillano come occhi di gatto, ti guardano e sembrano tal volta vedere oltre il tuo strato di pelle e ossa, quasi inumani nella sua natura mutevole.
    Ha le mani fredde dentro la giacca in pelle, veste abiti formali, abiti adatti al suo mondo. Un paio di pantaloni stretti e neri, sopra a coprire il petto dalle esili forme un corpetto nero e dalle sfumature rosso scuro e d'oro. I colori del Grifondoro, li porta sempre addosso, la sua scuola in fin dei conti è stata la cosa più bella della sua vita, fa un sorriso a quel pensiero e avanza, scuote la testa, riavvia i capelli con la mano destra, sull'anulare l'anello con lo stemma di famiglia dei Rosier, in oro e opale nero, al collo come già detto il ciondolo a pendente in oro scarlatto di sua madre, davanti una decorazione da vita a una rosa rossa che sembra viva, dietro un incisione: Al mio fiore più prezioso - Mamma;
    Un altro sorriso fugace ora imperla le sue labbra rosee, lei che è quasi acqua e sapone, trucco leggero sotto il cappuccio nero del mantello lungo che scivola sulla neve con una carezza leggera. Gli stivali, alti fino al ginocchio, lasciano impronte marcate di una figura snella la cui anima,però, è pesante.
    Ondeggiano i fianchi seguiti dalle spalle e il capo, sente già il chiacchiericcio pesante degli avventori all'interno dei Tre Manici di Scopa.
    Se è uscita ed è giunta fino a li in tarda ora è solo per una persona, una che le è cara quanto la propria vita.
    Iphigenia le ha chiesto di vedersi,per parlare del suo nuovo lavoro, delle ultime cose, un modo di aggiornarsi ed essere sempre presenti, in una famiglia piena di assenze, loro erano un eccezione.
    La mano destra chiusa in torno alla bacchetta sotto il mantello ora l'abbandona ed esce fuori, la protende verso la maniglia che inclina, la porta cigola in protesta a quel disturbo inaspettato e la figura esile si palesa agli occhi di tutti.
    Madame Rosmerta le sorride, la vede da dietro il bancone e come può non riconoscere quel viso innocente che si sedeva al bancone riempiendola delle domande più assurde.
    Era solita farlo la Rosier, solita chiederle del Pre guerra, e la donna con il dolore nel cuore non privava mai la nuova generazione di un racconto di chi la guerra l'ha vissuta sulla propria pelle, in prima persona.
    Un sorriso rivolge alla donna, alza la mano e le va incontro.
    Calde e affettuosa braccia la stringono, il profumo di birra e spezia l'avvolge e si sente a casa. Non si è mai troppo grandi per un abbraccio.
    " E' bello rivederti Tryst, quel buon vento!Per Merlino, vuoi qualcosa tesoro? "
    "Una Burro Birra Madam Rosmerta può anche bastare. E' bello rivederla, questo posto non cambia mai, non lo farà vero? "
    Chiese di botto, come se al solo pensiero la paura possa togliergli il fiato.
    "Sciocchezze, Tu sai chi non lo ha buttato giù, niente può farlo ormai!Nemmeno gli anni."
    Disse ridendo bonacciona la donna, scosse il capo la giovane e si congedo andando dritta verso un tavolo, isolato in penombra.
    Li una testolina bionda dondolava spazientita da quel ritardo che dentro la sua mente era reale ma fuori, se solo si degna di guardare l'orologio potrebbe vedere che non è tale.
    E' puntuale come un orologio svizzero la Rosier.
    Sono le sue braccia affusolate ad abbracciarla da dietro, un bacio leggero sulla fronte.
    "Ciao Bestiolina. Sono per caso in ritardo? "
    Alza gli occhi al cielo ironica e divertita, da quel teatrino immutabile.
    Sfila il cappuccio,lascia cadere i capelli lisci oltre le spalle e si siede, quelle sedie non sono fatte per dare comodità, ma meglio d i niente.
    "Su non fare quel faccino. Sono qui! Come stai Iphigenia?"
    E' sinceramente interessata alla cosa, non come tra le fila della cosa mostra interesse per gli altri occupanti.
    La guarda è davvero cresciuta, non che si passino poi molto, solo due anni di differenza mai sentiti. Poso lo sguardo su ciò che la circonda,ma nulla attira il suo interesse al di fuori della bestiolina , nominata cosi fin da piccola dalla più grande, che le siede davanti.

    Amethyst Piton• Rosier • Metamorfus Witch; • Professor Incantations Hogwarts;
     
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    “"il suo sorriso era uno di quei rari sorrisi che capita di vedere quattro o cinque volte nella vita; pareva comprenderti e credere in te tanto quanto tu vorresti essere compreso e ispirare fiducia..”
    .”.

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    Iphigenia Malfoy

    Auror, 19 anni, purosangue.


    Era passato davvero tanto tempo da quando aveva messo l'ultima volta piede ad Hogsmeade, lì, al confine tra Hogwarts e Hogsmeade. Aveva visto i volti dei ragazzini in piena trepidazione per quelle ore libere dal controllo degli insegnanti: lei ricordava bene le sue gite ad Hogsmeade, ed era inutile precisare come queste finissero con la tappa "libreria", proprio quella libreria dove aveva letto sotto banco tanti romanzi babbani ! Ma lei aveva un appuntamento, ed erano i tre manici di scopa la sua direzione quel giorno. I clienti erano ben pochi, madama rosmerta,come sempre dietro al bancone,accoglieva tutti con un bel sorriso ma a lei ne volgeva sempre uno particolare, enigmatico ed era certa che non fosse nemmeno troppo cordiale, anzi! La fissava, sempre come se in lei cercasse qualcosa che puntualmente non trovava!.


    Gli occhi turchesi di Iphigenia Malfoy erano fissi sul contenuto ambrato del suo bicchiee di burrobirra, era assorta in molti pensieri la dolce Iphigenia. Aveva ottenuto un lavoro, il lavoro che amava e questo aveva creato innumerevoli caos nella sua famiglia. Suo padre, Lucius, non sembrava molto contento che la sua bambina andasse incontro a certi pericoli, sopratutto adesso che ai più attenti era divenuto ovvio ciò che le forze oscure stavano tramando nell'aria - senza contare la filosofia di vità di Iphigenia, così liberale da essere stata lei a far venire i famosi capelli del signor Malfoy, bianchi dalla preoccupazione.Nnon una volta si era congratulato oppure si era detto certo dei suoi successi, si era limitato a guardarla con un aria di disapprovazione e nessuna parola per non rischiare di addolorare Narcissa, che i litigi nemmeno voleva fiutarli . Iphigenia se ne stava lì, avvolta nel suo pellicciotto bianco, con i capelli lunghi e dorati arricciati in morbidi boccoli - la sua pelle era delicata e i lineamenti talmente fini da farla sembrare di porcellana,Iphigenia era la copia di sua madre e ne andava profondamente fiera ogni qual'volta qualcuno glie lo faceva notare .

    Non si accorse nemmeno dell'arrivo di una voce conosciuta, non si accorse di lei fino a quando non fu lei ad annunciarsi facendola sobbalzare. " Un giorno mi farai venire un infarto,scommetto che ne saresti contenta !".

    Ridacchiò delicata, portandosi una mano davanti alle labbra e scuotendo vigorosamente il capo. " Io sto bene e lei...professoressa?" Iphigenia Elettra Malfoy era informata su tutte le novità che riguardavano le persone a lei care, quando riguardava Amethyst poi, questa particolarità veniva pericolosamente accentuata.

    "Ti ho chiamato perchè.....beh, volevo che fossi la prima persona a gioire perchè....per Merlino te lo devo dire immediatamente: Ho avuto un incarico!" aveva lavorato sodo per questo, ed era motivata e preparata per affrontarlo.


     
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    Iphy era lo specchio d'acqua della signora Malfoy, di suo padre al massimo aveva l'ottusità e la testardaggine, ma Amy non si sbilancia in quei pensieri.
    Non era solita paragonare niente e nessuno, in quella famiglia si può sopravvivere solo stando in silenzio o essendo più furbi.
    Sorrise, solleva la destra con leggerezza, un sorriso pacato e dolce sulle labbra, gli occhi su di lei e i sensi in allerta.
    "Tu morire di infarto? Per favore cugina non dire eresie. Sappiamo bene che non sarà cosi che te ne andrai. Ma in un modo più plateale."
    Ammise incurvando le labbra,leggermente di più, le ciglia si abbassano sugli occhi cangianti per un secondo. Un attimo per scuotere la testa e sorridere di più.
    "Fa silenzio. Non è nulla di certo. Il Preside non ha ancora dato il suo responso. E sai bene che non parlo mai di una cosa prima che essa sia certa."
    Solleva la destra e la scuote appena, come cacciare via l'aria che la circonda, o quel senso di nervosismo, tipico in lei quando attende una notizia importante.
    Fissa al cugina e sgrana gli occhi, estrefatta, contenta e anche un po apprensiva e preoccupata. Finalmente Iphigenia Malfoy ha ciò che vuole, un incarico, il mondo era in seri guai, anche perché è peggio di un segugio da caccia.
    "Ma è fantastico bestiola. Di cosa si tratta?E' pericoloso?Devi stare via?Avrai bisogno di una valigia grande in tal caso e di un pò dei miei biscotti portafortuna..."
    Sta di nuovo parlando velocemente per il nervoso, anche se la felicità che esprime a pelle e nei gesti frettolosi e leggeri è vera e pura.
    Felice per la cugina e anche preoccupata visto il caratterino ce quest'ultima si ritrova. Respira a fondo un paio di volte, meglio evitare i suoi biscotti e tutti sanno in famiglia che non è una brava cuoca, sopratutto Iphy e Draco, vittime perenni della sua cucina insieme a Rey.
    Allontana il pensiero di lui e si aggrappa alla novità.
    Batte appena le mani, un suono cosi leggero che subito è inghiottito dal clamore generale, qualcuno ride davanti a una burro birra, altri davanti a un Whiskey incendiario, sembra tutto cosi tranquillo.
    Madama Rosmerta giunge con la burro birra di Rosier, che subito l'accoglie con un ampio e caldo sorriso.
    "Madama Rosmerta, dobbiamo festeggiare. Porti da bere a mia cugina, su dai Iphy, non sei in servizio qualcosa puoi bere no?"
    Guarda entrambe la ragazza, occhi accessi da una luce contenta ma anche di orgoglio. Un po come una sorella maggiore che vede l'altra realizzarsi come avrebbe voluto.


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    Iphigenia Malfoy

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    La battuta sulla morte era divertente e aveva un fondo di estrema verità dopotutto - Iphigenia voleva vivere una vita spettacolare, piuttosto sarebbe bruciata velocemente, sempre meglio che accomodarsi e vivere una vita di errori dopotutto!.
    " Sai molte più cose di me, dovrei fare di te un idolo e sarai la mia unica signora !". commentò con una chiara e divertente ironia la bionda, prendendo poi un sorso della sua burrobirra." Ma io so che avrai quel posto...fidati mia cara, ho istinto e poi ti ci vedo ad Hogwarts, quello è il tuo posto " erano state molto felici al castello, forse il periodo migliore che nella sua breve vita poteva rammentare." Non posso dirtelo, è segreto !" oh il mistero, era qualcosa che amava gestire!Sopratutto se riguardava il suo lavoro!" Posso però dirti che i biscotti portafortuna di certo mi serviranno e che avrò bisogno del tuo appoggio..." commentò davvero desiderosa di avere un volto amico in pieno accordo con lei " Mio padre non è molto d'accordo ..." vuotò immediatamente il sacco, le dispiaceva immensamente non avere la sua approvazione, tuttavia era certa di dover andare avanti anche senza il suo benestare.

    " Si, Madama Rosmerta ...perfavore una bottiglia di Whiskey incendiario, mia cugina tornerà a casa strisciando come un basilisco!" ridacchiò la bionda assolutamente divertita dall'idea.Volse alla proprietaria del locale un sorriso gentile, smebrava serena la bella Malfoy - ma non lo era del tutto, non davvero.




     
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